COMUNICATO STAMPA

di Walter Tucci Segreteria Nazionale e Responsabile Dipartimento Stato, Democrazia, Riforme istituzionali

Il 23 gennaio c. m. il Senato ha approvato il DDL n° 615 (Calderoli) sull’Autonomia regionale Differenziata (AD), dopo solo 3 gg. di discussione su un provvedimento di legge che, qualora passasse anche alla Camera, costituirebbe la più grave ferita all’assetto costituzionale della nostra Repubblica.

Non sono serviti a fermarlo i presìdi, le iniziative e le manifestazioni che da anni si sono svolte in tutta Italia con Comitati, Associazioni, Sindaci, forze politiche e sindacali; non sono state considerate le numerose prese di posizioni, fortemente critiche, di autorevoli costituzionalisti, economisti, docenti ed esperti; e neanche le preoccupazioni espresse da importanti Istituzioni come l’Ufficio parlamentare di Bilancio, la Banca d’Italia, la Commissione europea, la Confindustria e lo SVIMEZ, il quale ultimo ha valutato in 90 miliardi di euro lo stanziamento necessario a colmare i divari già oggi esistenti tra Nord e Sud.

E, del resto, non avrebbero comunque potuto fermare un provvedimento che, insieme al premierato, costituisce la base del patto elettorale di governo tra Lega e Fratelli d’Italia!

Un patto scelerato che cambia, da un lato, la forma del governo democratico parlamentare (premierato) e dall’altro, la forma dello Stato e l’unità della Repubblica (AD); una miscela esplosiva che scardina in un sol colpo tutti gli assetti e gli equilibri istituzionali, affievolendo irreversibilmente le stesse funzioni del Capo dello Stato e del Parlamento.

Un progetto eversivo che sconvolgerà i principi costituzionali disegnati nella Carta del 1948 e che è drammaticamente figlio della dissennata modifica del Titolo V° della Costituzione introdotta, irresponsabilmente, da un governo di centro sinistra nel 2001, per sedare le smanie “federaliste” della Lega; Lega che ha ora trovato, nel governo Meloni, il terreno perfetto per ottenere l’agognata secessione, in cambio del “premierato forte”.

Un progetto che produrrà un’accelerazione delle privatizzazioni già in atto nella Sanità, nell’Istruzione, nella Ricerca, nelle Infrastrutture, nei servizi pubblici e in molti altri settori e metterà in ginocchio il mondo del lavoro, attraverso una feroce concorrenza tra Regione e Regione, con una corsa al ribasso dei salari e delle condizioni di lavoro, che saranno determinati da accordi regionali e non più da contratti nazionali.

Il PCI, che ha sostenuto dall’inizio questa giusta battaglia contro la catastrofe ed è parte attiva dei Comitati NO AD, fin dal 2018, prende atto e saluta con viva soddisfazione l’improvvisa solidarietà mostrata nelle ultime ore da tutti i partiti dell’opposizione – intervenuti nel nostro ultimo presidio davanti al Senato e al Pantheon – dalla Schlein a Conte, da Fratoianni a Fassina, e sottolinea il troppo tardivo pentimento del PD, che, oltre a non muovere un dito per opporsi a questo progetto, in più di cinque anni, ne è stato uno dei maggiori promotori, attraverso il Presidente regionale Bonaccini, che è tra i  firmatari delle le prime tre intese col governo  Gentiloni, siglate a pochi giorni dalla sua conclusione.

Il PCI continuerà coerentemente a battersi in tutte le sedi e con tutte le sue energie, affinché ci si opponga ora alla Camera e nelle piazze a un progetto che spezzerà l’unità della Repubblica, creando venti staterelli, con leggi diverse e cittadini con diritti sociali diversi, secondo il certificato di residenza e sottoposti a due poteri monocratici: Presidenti regionali (sempre più “governatori”) e premier nazionale.

Il PCI è contro un disegno eversivo che vuole smembrare il nostro Paese, delegittimare il ruolo del Parlamento in rappresentanza del popolo sovrano, e le funzioni del Presidente della Repubblica, superando così surrettiziamente la Costituzione antifascista, democratica e repubblicana e i suoi più profondi valori.

Conseguenze queste gravissime per la nostra stessa democrazia, di cui sarà chiamato a rispondere dalla storia ogni singolo parlamentare della maggioranza, ma anche dell’inerte e complice opposizione.  

One Comment

  1. Marco

    Per diffondere il più possibile le nostre tesi il nazionale deve a mio avviso produrre materiale non solo digitale funzionale nei social, ma anche file da poter scaricare per la diffusione tradizionale e per stampare manifesti da affiggere e volantini.
    Grazie

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