di Marialuisa Balisciano – Federazione di Pisa
Serve un nuovo protagonismo dei lavoratori e degli studenti. La democrazia partecipata non si invoca, si pratica. Non si conquista (una sola volta), si difende!
La Federazione di Pisa del Pci condanna con fermezza le cariche della polizia avvenute nel centro della città durante il corteo studentesco pro-Palestina che in mattinata voleva raggiungere Piazza dei Cavalieri. I poliziotti schierati presso uno degli accessi alla Piazza hanno caricato gli studenti che a mani alzate e in maniera pacifica stavano cercando di oltrepassare lo sbarramento. Universitari e soprattutto studenti medi in gran parte minorenni, mobilitatisi in modo non violento contro il genocidio perpetrato a Gaza e nei territori palestinesi. Un fatto gravissimo sul piano democratico che molto racconta della deriva autoritaria che sta subendo il Paese a partire dai tentativi via via sempre più duri di ferire la Costituzione, il diritto di riunione e associazione, di manifestazione delle proprie idee e del proprio dissenso. Una pagina nera, in tutti i sensi, che ferisce la tradizione di Pisa, città libera e antifascista. Una pagina che in campo europeo segnala un clima di intimidazione figlio di politiche di allineamento e di subalternità all’Unione Europea e alla Nato, e a quelle di un governo nazionale – quello Meloni- che si qualifica per cultura, per ispirazione e scelte, come il più a destra della storia Repubblicana. Oltre alla necessaria immediata risposta popolare, serve reagire promuovendo una forte risposta di massa dei lavoratori, dei cittadini, degli studenti. Serve ricostruire un tessuto partecipato in grado di riappropriarsi e difendere diritti e spazi democratici.
Il Pci è con gli studenti colpiti brutalmente. Coi giovani e le ragazze di una generazione spesso accusata, sulla scorta di valutazioni frettolose, di disinteressarsi della realtà e del difficile presente in cui vive e cresce, ma che laddove alza la testa e tenta di impossessarsi di uno sguardo critico conquistando da protagonista un ruolo nella società attuale, viene respinta e zittita in maniera brutale. È la “pedagogia del manganello” contro cui serve mettere in campo un’altra idea di democrazia e di futuro, un nuovo protagonismo dei lavoratori e degli studenti; a Pisa e in Italia. La democrazia partecipata non si invoca, si pratica. Non si conquista (una sola volta), si difende! (23 febbraio 2024)