30 Marzo, migliaia di lavoratrici e lavoratori della grande distribuzione hanno incrociato le braccia. E’ lo sciopero di Pasqua, indetto dopo la rottura delle trattative sul rinnovo del contratto collettivo nazionale. Contratto che è fermo a 51 mesi fa, data dell’ultima firma
del CCNL del settore.
Lo sciopero è stato proclamato sulla base delle classiche richieste padronali. Precarietà, aumenti salariali ridicoli, sottoinquadramenti e nessuna disponibilità a parlare di appalti e sub appalti, vera giungla di sfruttamento e barbarie.
Come Partito Comunista Italiano vediamo con favore che lavoratrici e lavoratori, anche attraverso le organizzazioni confederali, attuino scioperi e forme di protesta per difendere il loro potere d’acquisto e il loro salario.
E’ una tappa importante nella ricostruzione della dignità del lavoro, un segnale che come Partito dobbiamo raccogliere e portare sul piano politico. L’alternativa al dominio del capitale si costruisce giorno per giorno, sciopero per sciopero. Pasqua compresa.