CLASSE SUPERIORE…

Da qualche giorno si inseguono gli slogan del governo sulla difesa dell’italianità, almeno nelle scuola. Ha iniziato Salvini a Porta a Porta ed ha proseguito con un post sgrammaticato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. All’accusa di errori grammaticali, il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha ribattuto che capita, quando si dettano i post al telefono. E soprattutto, continua Valditara, era molto più importante il contenuto del post che non la forma.

Ecco, ammesso che sia possibile racchiudere in un semplice post una qualsiasi questione politica, Valditara sostiene che gli stranieri dovrebbero “assimilarsi” ai valori fondamentali della nostra Costituzione. E potranno farlo, continua Valditara, solo se le classi saranno composte in maggioranza da italiani, solo se potenzieranno l’italiano e le altre materie, storia, musica, letteratura e arte, ovviamente italiane, e infine se anche i genitori saranno coinvolti nell’apprendimento della lingua italiana. Salvini aveva invece rilanciato il famoso tetto di alunni stranieri, portandolo al 20%, dimenticando che esisterebbe già un tetto fissato dalla Ministra Gelmini.

Ma analizzando i contenuti, ci sembra utile chiarire alcuni punti. Il primo, riguarda proprio il famoso potenziamento richiesto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito. Ci chiediamo quale miglior potenziamento potremmo offrire a ogni studente (straniero o italiano che sia), se non quello di ridurre il numero degli studenti per classe? O offrire un’edilizia scolastica decente? O ancora stabilità lavorativa ai docenti e formazione continua? PEr non parlare dei Centri Provinciali Istruzione Adulti, dove molti genitori stranieri potrebbero imparare l’italiano. Peccato, che i CPIA siano pochi e pochi i professori. Il secondo, si gira intorno al tema dello straniero, alimentando la paura dell’invasione e dimentiando che gran parte degli alunni sono stranieri per la legge, ma perfettamente italofoni, nati in Italia, con un percorso di studi completamente italiano. Semmai, nella migliore tradizione provincialista italiana, possiamo solamente rammaricarci di tutte quelle occasioni che nel tempo abbiamo perduto per costituire legami culturali, diplomatici, museali e artistici più profondi con i paesi di origine di molti “nuovi” italiani. In chiusura affrontiamo poi l’ipotesi della divisione su base “etnica” degli studenti. Già la discrezionalità con cui potremmo definire la diversità, ci porta a ritenere questa ipotesi dannosa e pericolosa. E poi, giova ricordare che le classi differenziate sono state abolite perché prive di qualsiasi valore educativo e formativo.

L’alternativa, come abbiamo detto, non è dividere gli stranieri dagli italiani, ma aumentare materialmente la qualità della scuola e delle scuole. Per tutte e per tutti, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni sociali e personali.

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