PCI – Sezione di Ancona
La sezione del PCI di Ancona esprime il proprio dolore per l’incidente gravissimo sul lavoro dell’operaio di 47 anni presso Fincantieri di Ancona rimasto schiacciato stamane da una lastra d’acciaio pesante mezza tonnellata e attualmente ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Torrette.
Manifesta contemporaneamente rabbia e indignazione per l’ennesimo infortunio sul lavoro, che testimonia l’incapacità, la mancanza di volontà (e quindi la complicità delle imprese supportate dalle istituzioni) di porre in essere misure di sicurezza efficaci e realmente volte a tutelare la salute delle lavoratrici e dei lavoratori negli stabilimenti produttivi, sui cantieri edili, in agricoltura.
In conseguenza di quanto accaduto, per protestare contro la carenza delle garanzie di sicurezza in cantiere e contro i ritmi serrati di produzione che pregiudicano l’incolumità dei lavoratori, dalle 10 alle 22 di oggi la RSU di Fincantieri ha proclamato l’immediato sciopero, in corso con ampia adesione e partecipazione da parte di operai e impiegati.
Oltre che sostenere pienamente le ragioni della proclamazione dello sciopero, come sezione cittadina del PCI – Partito Comunista Italiano, ricordiamo che alcuni giorni fa avevamo portato all’attenzione degli utenti online la lettera pubblicata su un quotidiano nazionale di Graziella Marota, mamma di un ragazzo morto nel 2006 per traumi da schiacciamento durante il suo turno in fabbrica a Ortezzano presso Fermo: questo perché per il PCI la questione della sicurezza dei lavoratori è prioritaria e rappresenta, quindi, un punto fondamentale del proprio programma elettorale e cardine stesso della propria azione politica.
L’assenza di un dibattito serio in merito, l’indifferenza dei media circa la mattanza rappresentata da una media di tre morti al giorno, la colpevolezza di imprenditori che ricorrono alla manomissione di macchinari considerati troppo “lenti” per la media produttiva o non investono in formazione e la trascurano per velocizzare la consegna e non incorrere in penalità, l’abuso dello strumento del subappalto che abbassa al minimo le garanzie di sicurezza sul lavoro devono finire.
Per questo il PCI si batte, proponendo in primo luogo anche per legge la possibilità di contrattazione sull’organizzazione del lavoro da parte di lavoratrici e lavoratori in collaborazione con gli organi preposti alla vigilanza ed al controllo, che devono poter contare su adeguate e diffuse risorse umane e materiali per tutti i settori produttivi, reintroducendo la piena responsabilità del datore di lavoro, aumentando i tempi necessari per la prescrizione dei reati sul lavoro.
Roberta Coletta, Segretaria della Sezione “Tina Modotti”, l PCI – Ancona