Un fronte unito per un’Europa dei popoli

Risoluzione della Direzione Nazionale del PCI del 28/07/2023


Indubbia è la rilevanza delle elezioni del prossimo anno per il rinnovo del Parlamento Europeo.
Nel lasso di tempo intercorso tra quelle del 2019 ed oggi, la situazione che connota l’Unione Europea è andata largamente peggiorando.
Sono venuti al pettine i molteplici nodi derivanti dalle politiche da essa adottate in ossequio al dogma dell’austerità, alla cultura liberista imperante, nell’interesse delle élite economiche e finanziarie, delle quali hanno fatto le spese i ceti popolari, il mondo del lavoro. Più povertà, più insicurezza, più solitudine è il loro lascito.

Oggi l’Unione Europea è in grande difficoltà, gli indicatori economici sono di ciò emblematici.
Essa continua ad oscillare tra tassi di crescita insignificanti, stagnazione e recessione, con quest’ultima sempre più incombente.
Le politiche monetarie messe in atto per combattere un’inflazione mai così alta da decenni, frutto delle speculazioni post Covid-19 su materie prime e risorse energetiche, ossia il progressivo rialzo dei tassi di interesse, non stanno sortendo i risultati attesi, e con il peggioramento delle condizioni di vita dei popoli minano ulteriormente le possibilità di ripresa.
Le sanzioni economiche adottate nei confronti della Russia, non casualmente volute dagli USA, concorrono anch’esse a determinare il quadro di difficoltà dato.


In tale direzione gioca un ruolo sempre più rilevante anche il crescente aumento della spesa militare volta ad alimentare la guerra in Ucraina, che evidenzia l’Unione Europea, in nome di una rinsaldata alleanza euro atlantica a guida statunitense, sempre più immersa in una deriva bellicista che ha come oggetto lo scontro tra occidente ed oriente, e la vede rinunciare a qualsiasi ruolo volto alla promozione della pace.

Altro che prosperità diffusa, altro che libertà e democrazia diffusa, altro che pace!
Il liberismo economico, la crescente centralizzazione dei processi decisionali, e la conseguente restrizione degli spazi di intervento in capo ai governi, ai parlamenti, ai cittadini europei, il militarismo e l’interventismo nelle relazioni internazionali, hanno svelato l’inganno e mostrano il vero volto dell’Unione Europea.

È a fronte di ciò che il nostro giudizio, la nostra posizione nei confronti della stessa non cambia,
non può cambiare. Ciò che serve è un’Europa dei lavoratori e delle lavoratrici, dei popoli, che rifiuti concretamente la logica dei blocchi contrapposti e divenga propugnatrice di pace, di un mondo multipolare.

In questo quadro di crisi crescente abbiamo assistito ed assistiamo alla riproposizione dell’estrema
destra, che in diversi paesi partecipa al governo, di formazioni politiche manifestamente, dichiaratamente fasciste, di posizioni che rinviano alle pagine più buie della storia del vecchio continente, di politiche che mettono in discussione l’idea stessa di uguaglianza, mentre l’anticomunismo e la falsificazione della storia assumono un carattere istituzionale. Gli equilibri ad oggi conosciuti nel Parlamento Europeo, anche alla luce dei risultati elettorali determinatisi in diversi paesi, sono messi in discussione.
Lo spostamento a destra dello stesso, anche attraverso un’intesa tra i popolari ed i conservatori e riformisti, che può mettere all’angolo il gruppo socialisti e democratici, che tante responsabilità ha della situazione determinatasi, è tutt’altro che remoto.
La sinistra di alternativa, quella che si è ritrovata nello slogan “un’altra Europa è possibile”, e che si è battuta con determinazione contro le politiche dell’Unione Europea, è chiamata a fare i conti con la situazione determinatasi, a caratterizzarsi sempre più e meglio, nell’anno di legislatura che resta, in merito a grandi questioni come la guerra, il lavoro, l’ambiente, i diritti sociali e civili, la condizione delle donne e la loro autodeterminazione, la stessa democrazia.
Un altra Europa, quella da noi agognata, abbisogna di un cambiamento radicale delle basi sulle quali poggia l’attuale, un cambiamento voluto e deciso dai lavoratori e dai popoli d’Europa, volto alla pace, al progresso, alla giustizia sociale.

Sottolineiamo la necessità di operare per il rafforzamento del gruppo The Left al Parlamento Europeo, per riaffermarne il carattere e l’identità: uno spazio confederale di cooperazione tra forze anche diverse tra loro, ma accomunate da politiche progressiste, assai lontane da quelle perseguite e prospettate dall’insieme delle forze che, in una logica bipartisan, portano la responsabilità delle scelte dell’Unione Europea che hanno determinato il precipitare della condizione dei popoli che la compongono.


È un obiettivo, questo, al quale sono chiamate le diverse realtà della sinistra di classe, di alternativa presenti in Italia (che non hanno rappresentanza nel Parlamento Europeo) che si sono misurate e si misurano con le politiche antipopolari portate avanti in questi anni dai diversi governi di centrodestra e di centrosinistra succedutisi alla guida del Paese all’insegna del pensiero unico liberista, e che oggi sono chiamate a costruire un’opposizione, la più ampia possibile, al governo di destra presieduto da Giorgia Meloni.
Un governo che sin dai primi atti ha evidenziato un approccio regressivo sul terreno dei diritti sociali e civili (tanti gli esempi possibili al riguardo) e prospetta un riassetto istituzionale che tra Autonomia Differenziata, presidenzialismo/premierato, mette in discussione l’assetto costituzionale, differenzia le Regioni in ordine a materie decisive, promuove la “secessione dei ricchi”a scapito del Mezzogiorno, che continua a misurarsi con la irrisolta “questione meridionale”, e mina alle fondamenta l’unità statuale.

Ciò di cui vi è bisogno è un approccio frontista che valorizzi la necessaria trasversalità.
Serve mettere in campo un progetto, una proposta, una lista nella quale tutte le diverse realtà interessate possano riconoscersi, anche visivamente.
La posta in gioco è rilevante. Occorre operare per garantire al Parlamento Europeo che verrà una rappresentanza, una voce, realmente alternativa.

L’affermazione di The Left è la risposta necessaria e possibile assieme ed in tale direzione ci
sentiamo impegnati.

Roma, 28 Luglio 2023

La Direzione Nazionale del PCI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *