A cura del Dipartimento Comunicazione PCI
Il nuovo anno scolastico è iniziato, portandosi dietro annosi problemi: classi affollate, personale docente e ATA con contratti di lavoro precario, edifici scolastici inadeguati.
Sono mancate le capacità e la volontà di approntare un piano serio per contrastare la dispersione scolastica e affrontare il disagio giovanile, nonostante durante e dopo la pandemia la situazione si sia aggravata; a fronte di un disagio psicologico sempre più preoccupante– con lo stesso Ordine degli psicologi che denuncia la crescita di fenomeni di ansia, depressione, isolamento sociale, disturbi alimentari, aggressività, autolesionismo, suicidi fra i giovani e giovanissimi, le scuole e le famiglie non possono contare, ormai da diversi anni, sugli interventi di prevenzione e cura da parte dei servizi socio-sanitari territoriali e degli Enti Locali, sempre più carenti delle figure professionali previste dalle norme: psicologi, neuropsichiatri per l’età evolutiva, assistenti sociali, logopedisti, educatori di supporto all’autonomia degli alunni disabili.
Il governo Meloni non solo mostra di ignorare questi problemi e non se ne cura, ma pensa di affrontare i problemi dei minori annunciando a inizio di anno scolastico leggi ancora più repressive.
Il PNRR per la scuola si sta rivelando un boomerang: alle scuole arrivano valanghe di soldi, ma una tantum e per lo più per investimenti sul digitale. Intanto lo Stato acquisisce dalla UE ulteriore debito da pagare con interessi permanenti, e si continua a contenere la spesa strutturale per l’istruzione. Sempre in vigore è la legge Gelmini sul numero di alunni per classe; restano invariati i parametri alla base dell’insufficienza cronica di personale ausiliario e tecnico-amministrativo; si modificano quelli del dimensionamento scolastico per favorire l’accorpamento delle Istituzioni scolastiche.
Mentre costi crescenti si caricano sulle famiglie, per l’acquisto di libri, materiale scolastico e quant’altro.
Restano insufficienti i fondi per l’edilizia scolastica e la messa a norma delle scuole. Nel contrarre debiti per 109 miliardi per il superbonus edilizio a favore di privati, furono esclusi gli edifici pubblici, lasciando i Comuni e le Provincie, per gli investimenti in edilizia scolastica, alle prese con le banche e gli interessi da pagare.
Intanto il Governo accelera l’approvazione dello scellerato progetto di autonomia differenziata, per dare un ulteriore grave colpo alla scuola pubblica e ai principi costituzionali di uguaglianza e unitarietà dello Stato.
Tutto il mondo della scuola e del lavoro è chiamato alla lotta, a partire dalla partecipazione in massa alla manifestazione del 7 Ottobre prossimo “La via Maestra. Insieme per la Costituzione”. Contro le politiche del governo Meloni, per la scuola pubblica e il diritto allo studio, per la dignità e sicurezza del lavoro, per la sanità pubblica. Come comunisti faremo la nostra parte.